La vigna di moscato si trova a San Rocco Seno d’Elvio, nel cru Montersino, zona tipica del Barbaresco. Quando Alessandro ha acquistato l’azienda, quelle viti si trovavano già lì e, se non ci fossero state, le avrebbe piantate.
Per un barolista e barbareschista è insolito dedicare spazio prezioso a vitigni che non siano nebbiolo in cru così prestigiosi, ma lui ha voluto differenziarsi e creare qualcosa che pochi in quella zona producono: il Moscato d’Asti DOCG.
E ci è riuscito bene: il terreno calcareo argilloso rende questo vino profumatissimo e idoneo all’invecchiamento di circa due, tre anni, contrariamente ad altri Moscato che hanno vita più breve.
Un vino che stupisce e che vale la pena di essere assaggiato.
Alla vista
E’ più paglierino rispetto ai Moscato tradizionali. Il colore ha riflessi brillanti e dorati e il perlage è fine, vivace e persistente.
Al naso
Il terreno calcareo argilloso regala profumi di buccia di pesca gialla e miele. E’ intensamente aromatico e delicato.
In bocca
Il sapore è dolce, molto armonico, con un giusto equilibrio fra acidità e zuccheri.
Non è affatto stucchevole perché raggiunge la perfetta gradazione alcolica senza che vengano aggiunti zuccheri.
Nel piatto
Alessandro te lo consiglia in due versioni: abbinato a pesche al cioccolato per il dessert o, se vuoi provare una variante salata e andare contro alle solite convinzioni, accompagnalo a Gorgonzola, Mascarpone e noci.
Fa al caso tuo se…
…Hai vinto una partita a scopa! Secondo Alessandro il Moscato va bevuto giocando a carte e a noi piace potertelo consigliare.
Now listening
Cambiare – Alex Baroni
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